13. Gesù è morto, ma Dio è immortale

Nel Nuovo Testamento, in 1 Timoteo 6:16, si fa riferimento al Padre, non a Gesù Cristo, e si afferma che Dio solo possiede l'immortalità. È chiaro che il versetto parla di Dio, non di Gesù, dalla descrizione fornita: Egli “possiede l’immortalità e abita una luce inaccessibile; nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo”. Queste descrizioni si riferiscono al Padre, non a Gesù Cristo, e si dice che “Egli” (il Padre) porterà a compimento il ritorno di Cristo a suo tempo (1 Tim. 6:15).  

Il cristianesimo ortodosso insegna che Gesù è morto e che poi ha risuscitato se stesso, basandosi su Giovanni 2:19 e Giovanni 10:17-18. Si dice così spesso che Gesù era Dio e che Gesù è morto che ci siamo dimenticati quanto ciò sia in realtà contraddittorio. Dio non può morire (1 Tim. 1:17; 6:16; Sal. 90:2; Is. 40:28; Rom. 16:26) e, tuttavia, il fondamento essenziale della nostra fede è che Gesù è morto ed è risorto dai morti. Se Gesù era morto, allora non era “Dio” che è immortale, e non ha risuscitato se stesso dai morti se, di fatto, era realmente morto.  

I trinitari superano il fatto che Gesù era morto dicendo che è morta solo la sua natura umana, ma ciò presenta diversi problemi. Innanzitutto, il concilio di Calcedonia, a cui i trinitari si rifanno, considererebbe questa idea un’eresia. Parlando di Gesù, il concilio afferma che egli è “riconosciuto in due nature, senza confusione, senza mutazione, senza divisione, senza separazione… non come se fosse diviso in due persone, ma uno e lo stesso Figlio e Unigenito Dio, Verbo, Signore, Gesù Cristo” (Definizione calcedoniana, Quarto Concilio Ecumenico a Calcedonia, 451 d.C.). L’idea che la natura umana di Gesù possa essere separata dalla sua natura divina è una forma di Nestorianesimo, considerato un’eresia dai trinitari e condannato al Concilio di Efeso (431 d.C.) e anche al Concilio di Calcedonia, come indicato sopra. Pertanto, affermare che è morta solo la natura umana di Gesù è, secondo i trinitari stessi, un’eresia.  

In secondo luogo, la Bibbia non dice mai che è morta solo la natura umana di Gesù. Infatti, la Bibbia non dice mai che Gesù avesse due nature. Questo è un presupposto trinitario non direttamente basato sulla Scrittura. Inoltre, la Bibbia non dice mai “è morta la natura umana di Gesù ed è risorta”, ma afferma che “Gesù” è morto ed è risorto.  

Un problema più sottile del dire che è morta solo la natura umana di Gesù è che, allora, il “Gesù” trinitario (con due nature) non è morto sulla croce. “Gesù” non è solo una natura, ma due nature, secondo i trinitari. La dottrina trinitaria insegna che “Gesù” è una persona nella Trinità che possiede due nature, una umana e una divina. Nessun documento trinitario su Gesù afferma che “Gesù” è solo la natura umana. I trinitari sono unanimi nel dire che “Gesù” è una persona con due nature. Questo significherebbe che, quando “Gesù” è morto, entrambe le nature erano morte. Ma ciò non può essere corretto: Dio non può morire, quindi la presunta “natura divina” di Gesù non poteva morire.  

Poiché, secondo la dottrina trinitaria, le due nature di Cristo non possono essere separate, sembra che ogni trinitario debba credere che Dio (Gesù) sia morto, il che è assurdo, oppure credere che Gesù non fosse Dio e quindi potesse morire per i nostri peccati.

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