3. L'Antico Testamento preannuncia un Messia umano
Le profezie dell'Antico Testamento riguardo al Messia annunciavano che sarebbe stato un essere umano. Comprendere e accettare questo chiarisce molti fraintendimenti su Gesù. Se era pienamente umano e non una combinazione di umano e Dio, allora ebbe un inizio, coincidente con il momento della sua concezione (cfr. Matt. 1:20). Inoltre, non avrebbe potuto esistere prima della sua concezione; gli esseri umani non esistono prima di essere concepiti, e ciò significa che Gesù non era presente nell'Antico Testamento, se non nella mente di Dio e nell'attesa dei credenti. Secondo le profezie veterotestamentarie, il Messia sarebbe stato il discendente di Eva (Gen. 3:15); un discendente di Abramo (Gen. 12:3; 18:18; 22:18); un discendente di Giuda (Gen. 49:10); un profeta come Mosè (Deut. 18:15); un figlio di Davide (2 Sam. 7:12-13; Isa. 11:1); un re sotto l’autorità di Yahweh (Sal. 110:1); e un governante proveniente dal popolo d’Israele (Ger. 30:21). Per questo motivo, il popolo attendeva un Messia umano.
Anche Maria, la madre di Gesù, attendeva un Messia umano e non sapeva come avrebbe potuto generarlo senza un rapporto con un uomo (Luca 1:34-35). Sebbene alcuni trinitari sostengano che alcune profezie veterotestamentarie come Isaia 9:6 e Michea 5:2 dimostrino che Gesù è Dio, è importante notare che gli antichi ebrei, a cui furono date queste profezie, non le interpretavano in modo da vedere nel Messia una figura sia divina che umana. Queste profezie possono essere tradotte e comprese in modo coerente con la visione unitariana.
Il Salmo 110:1 merita particolare attenzione poiché è chiaro, ma spesso frainteso e interpretato male. La Bibbia Nuova Riveduta recita: “Il SIGNORE ha detto al mio Signore….” La parola “SIGNORE” si riferisce a Yahweh, ma molti commentatori trinitari sostengono che “mio Signore” in questo versetto sia la parola ebraica adonai, altro nome per Dio, e perciò prova della divinità del Messia. Tuttavia, il testo ebraico non usa adonai, bensì adoni, termine usato nella Scrittura per indicare sovrani umani, mai Dio.
Le parole ebraiche adoni e adonai hanno la stessa radice, adon, come riportato nelle concordanze e in molti lessici, motivo per cui è necessario consultare il testo ebraico per capire il Salmo 110:1. La differenza tra adoni (“signore,” usato per uomini o angeli) e adonai (usato per Dio e talvolta scritto adonay) è fondamentale per comprendere il Salmo 110:1. Il fatto che il testo ebraico utilizzi la parola adoni per il Messia in questo salmo è una prova che il Messia non è Dio, ed è una delle ragioni per cui gli ebrei si aspettavano che fosse un sovrano umano, simile ad altri re sotto l’autorità di Yahweh.
L’Antico Testamento si riferisce anche al Messia come a “uno simile a un figlio d’uomo.” L’espressione “figlio d’uomo” era un idioma semitico per indicare un essere umano e viene utilizzata in questo modo in tutto l’Antico Testamento. Tuttavia, quando Daniele descrisse il Messia come “uno simile a un figlio d’uomo” (Dan. 7:13), l’espressione “figlio d’uomo” divenne anche un titolo messianico. Questo spiega perché Gesù si autodefinisse “il Figlio dell’uomo” in molte occasioni (cfr. Matt. 8:20; 9:6; 10:23; 11:19; 12:8, 40; 13:41; 16:13, ecc.). L’uso di “figlio d’uomo” per riferirsi al Messia è un’ulteriore prova che Gesù era pienamente umano e un’altra ragione per cui ci si aspettava un Messia umano.
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