Commentario biblico unitariano - Ebrei 1,2

In questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi. (Eb 1,2)

Il termine greco tradotto con "universo" (o "mondo" in molte traduzioni) è il plurale di aion, che significa letteralmente "epoche" o "età". Esistono altre parole greche che indicano il "mondo", come kosmos e oikoumene, utilizzate, ad esempio, quando il Diavolo tentò Gesù mostrandogli tutti i regni del "mondo". Tuttavia, in questo versetto il riferimento è alle "epoche", non al "mondo". Il Vine’s Lexicon spiega che aion indica "un'epoca, un periodo di tempo, caratterizzato nel Nuovo Testamento da tratti spirituali o morali" e che talvolta è tradotto come "mondo", ma con "età" nelle note delle versioni più precise. Anche il Bullinger’s Critical Lexicon chiarisce che aion, derivato da ao (soffiare, respirare), originariamente significava "la vita transitoria, che passa con il respiro", e poi "il corso della vita, un’età o una generazione".

Molti traduttori, influenzati dalla dottrina trinitaria, interpretano aionas come "mondo", sostenendo che Gesù abbia creato il mondo fisico. Tuttavia, il contesto del versetto non lo supporta. I versetti 1 e 2 di Ebrei mostrano che Dio ha parlato tramite Gesù "in questi ultimi giorni", mentre in passato aveva parlato in vari modi attraverso i profeti. Se Gesù avesse creato il mondo, ciò implicherebbe che Dio abbia parlato tramite lui anche in passato, contraddicendo il senso del versetto, che sottolinea come Dio abbia scelto di parlare attraverso suo Figlio solo "in questi ultimi giorni".

Questi versetti distinguono chiaramente Dio dal Figlio. Dio è il primo agente, mentre il Figlio è il suo portavoce, simile ai profeti. Inoltre, il fatto che Cristo sia definito "erede" dimostra ulteriormente che non è uguale a Dio. Essere erede implica che inizialmente non si possiede ciò che si eredita. La dottrina della Trinità forza le parole ad assumere significati mistici, ma non c'è prova che gli autori biblici abbiano modificato il significato comune di questi termini. Il concetto di "erede" è universale e implica che l’erede riceva qualcosa che non gli apparteneva in precedenza. Cristo non può essere erede di ciò che possiede già; quindi, se fosse Dio, non potrebbe essere definito tale.

Il prologo di Ebrei, spesso usato per affermare la divinità di Cristo, in realtà suggerisce il contrario. Nei versetti 3 e 4 si legge che Cristo "divenne" superiore agli angeli dopo essersi seduto alla destra di Dio. Se Cristo fosse Dio eterno, sarebbe sempre stato superiore agli angeli. Questo dimostra che Cristo, come uomo, è stato elevato e reso Signore e Cristo dopo la sua risurrezione.

Infine, il termine aionas si riferisce alle "epoche" create da Dio attraverso Cristo, e non al mondo fisico. Il verbo greco poieo, tradotto come "creare", ha un'ampia gamma di significati, tra cui "realizzare", "dare forma" e "compiere". Nel contesto, si riferisce alle epoche successive alla risurrezione di Cristo, quando egli è diventato erede e ha ricevuto autorità. Il contesto rende chiaro che Dio non ha parlato tramite suo Figlio in passato, ma lo ha fatto "in questi ultimi giorni", dando forma alle epoche attraverso di lui.



Commenti

La Unitarian Christian Alliance

Post popolari in questo blog

Benvenuti

Gesù: "Dio il Figlio" o "Figlio di Dio"? - Seconda parte

La Trinità prima di Nicea