Commentario biblico unitariano - Genesi 1,26
Poi Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza» (Gen 1,26)
Questo è uno dei rari passaggi dell'Antico Testamento talvolta citati a sostegno della dottrina della Trinità. È però significativo che gli ebrei, che ricevettero gli scritti dell'Antico Testamento nella loro lingua, l'ebraico, non abbiano mai sviluppato idee trinitarie da essi. Al contrario, essi credettero fermamente nell'unicità di Dio. La dottrina della Trinità è sempre stata un grande ostacolo per qualsiasi ebreo che esaminasse le dottrine della Chiesa.
La parola "Dio" nella citazione sopra riportata è elohim, un termine che in ebraico presenta il suffisso comune -im, usato sia per il plurale insieme a un verbo plurale, come in "gli dèi sono", sia per indicare "grande" con un verbo singolare, come in "Elohim è, il Dio Grande è".
Quanto al destinatario delle parole di Dio nella presente citazione della Genesi, l'interpretazione più probabile è che si tratti degli angeli. Tuttavia, è il verbo singolare "Elohim fa", "Dio fa", a essere usato, indicando un'azione di Dio soltanto. Non vi è alcuna indicazione che gli angeli abbiano creato qualcosa.
Non vi è dunque alcun riferimento esplicito alla Trinità in questo passaggio.
Anche se parti del versetto sono citate nel Nuovo Testamento, non sono mai interpretate in senso trinitario, né questo passaggio fu comunemente usato nei dibattiti sull'argomento nei primi secoli.
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