Commentario biblico unitariano - Giovanni 6,38

"Sono disceso dal cielo, non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato" (Giovanni 6:38).

In che senso Gesù "è disceso dal cielo"? Il racconto della sua nascita ci dice che è venuto all’esistenza perché lo "Spirito Santo (la potenza dell'Altissimo) è disceso su Maria, sua madre. È nato come risultato dell’intervento diretto dello Spirito Santo di Dio. In un modo unico, solo lui tra l’intera razza umana poteva dire di essere "venuto dal cielo".

Il risultato di questo intervento divino fu che Gesù poteva evidenziare la grande differenza tra sé stesso e i Giudei che respingevano la sua affermazione. L’apostolo Giacomo ci offre un indizio prezioso quando dichiara che esistono due tipi di sapienza: una terrena, carnale e demoniaca; e un’altra "che viene dall’alto", pacifica, pura e giusta (Giacomo 3:14-18). La prima è il pensiero naturale della mente umana, che soddisfa i propri desideri; la seconda è la mente e il pensiero di Dio.

Gesù dichiara esplicitamente di essere venuto "non per fare la mia volontà" (seguire i propri desideri naturali) ma "la volontà di colui che mi ha mandato" (la sapienza dall’alto). Perciò può dire ai Giudei:
"Voi siete di quaggiù; io sono di lassù" (Giovanni 8:23);
"Chi ha visto me, ha visto il Padre" (Giovanni 14:9).

Questo non significa che Gesù e Dio fossero la stessa persona, ma che il Figlio rifletteva perfettamente la mente e la sapienza del Padre.

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